Legato di Paolo III in diverse missioni diplomatiche, fu poi vescovo di
Nicastro, Reggio Emilia, Gubbio; cardinale dal 1539, nel 1545 fu legato al
Concilio di Trento, di cui tenne la presidenza con i cardinali Ciocchi dal Monte
e Pole. Nominato da Giulio III presidente della Commissione per la riforma
ecclesiastica, ne venne in seguito escluso per aver criticato la politica
nepotistica del papa. Fu eletto pontefice nel 1555, ma rimase a capo della
Chiesa solo ventidue giorni; anche in un periodo così breve riuscì
tuttavia a manifestare l'intenzione di attuare alcune riforme, tese a eliminare
lo sfarzo, il nepotismo e la corruzione dalla curia pontificia. A lui Palestrina
dedicò la
Missa Papae Marcelli (Montepulciano, Siena 1501 - Roma
1555).